Realizzazione di: Giorgio Cividal
Altri collaboratori: in collaborazione con la compagnia “PICCOLO BORGO ANTICO” di Carpenedo di Vedelago, diretta da L. Morao la compagnia “LA BOTTEGA DELL'ARTE” di Silvelle di Trebaseleghe, diretta da M. Mason il coro “OTTETTO C.FRANC” di Castelfranco Veneto, diretto da E. GardarK l'associazione FILO' MULTIVISIONI, scenografia multivisiva di G. Cividal e con la partecipazione di Carlo Simioni racconta storie, Claudio Cecchetto alla fisarmonica Luis Lanzarini al sax e Lilli Lai voce solista
Fotografi, artisti grafici: #
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Nei due secoli che hanno preceduto l’alba del nuovo millennio, molti italiani sono stati protagonisti di un esodo silenzioso verso terre straniere, spinti più che dal miraggio di facili ricchezze dal bisogno di trovare sostentamento per sé e per la propria famiglia.
Molti di essi partirono da qui lasciando nelle nostre terre situazioni di penuria di forza lavoro e spopolamento che in alcuni casi si sono dimostrati fenomeni drastici e irreversibili.
Col duro lavoro e a costo di grandi sacrifici, alcuni sono riusciti “a mettere da parte un franco” che gli ha consentito di tornare in Italia per costruirsi una vita migliore. Altri hanno trovato in terra straniera una nuova Patria, talvolta accogliente, talvolta matrigna, e “no i ze pi’ ‘gnesti casa”.
Purtroppo alcuni sono solo partiti e mai arrivati. Questi, che per lo più erano “tosi e tose zovani in saeute”, rimangono iscritti nella memoria della nostra società come martiri silenziosi di questa drammatica epopea.
A tutti loro è dedicato lo spettacolo “Merica, Merica… cossa saraea sta Merica”.
Questo spettacolo multimediale, che fa omaggio al periodo dell’emigrazione italiana, può essere goduto da persone di tutte le età. Un particolare riguardo è stato fatto alle vicende dei nostri conterranei più prossimi; veneti e in particolare trevigiani. La messa in scena è fatta senza pietismo e commiserazione, anzi, nello scorrere coglie a tratti alcuni spunti positivi e tragicomici che segnano indelebilmente questa storia.
Proposti dall’ “Ottetto C.Franc”, i canti che sottolineano la narrazione provengono per gran parte dalla tradizione popolare del nord Italia, vero giacimento di canti fortemente evocativi.
Per rendere lo spettacolo ancora più suggestivo, abbiamo scelto di far accompagnare molti momenti cantati, parlati o anche semplicemente evocati dalle immagini proiettate, da suggestivi interventi strumentali eseguiti da Claudio Cecchetto alla fisarmonica e Silvia Stocco al flauto, due musicisti che hanno saputo essere magistralmente al nostro fianco, suscitando con il loro strumento le più vivide emozioni.
Voce solista d’eccezione per questa produzione è quella della giovane cantante Lilli Lai, che ha dimostrato di essere perfettamente a proprio agio in questo tipo di repertorio e nella collaborazione con il coro.
Un ruolo fondamentale per la rappresentazione delle storie realmente vissute dagli emigranti è svolto dagli attori delle due compagnie teatrali; Piccolo Borgo Antico e Bottega dell’Arte. Esse danno voce e vita a una serie di personaggi destinati ad essere ricordati come delle vere e proprie icone popolari della grande epopea dell’emigrazione. La raffinatezza interpretativa e la qualità dei testi e delle scene garantiscono forti emozioni per il pubblico.
Una menzione davvero speciale merita la partecipazione del FILO’ MULTIVISIONI, guidati da Giorgio Cividal, che hanno saputo stendere un favoloso tappeto iconografico – sia nella forma della fotografia che in quella dell’immagine in movimento – allo scorrere della narrazione.
Lo spettacolo è stato ideato, voluto e scritto dal dott. Carlo Simioni, direttore del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, concretizzatosi sulla scia di una lunga serie di successi riscontrati da precedenti produzioni multimediali sempre improntate al tratto della popolarità e della storia della gente comune.
Spettacolo – come l’avrebbero definito i nostri emigranti- dove ….” se conta storie, se pianze e se ride “…..